Sommario
- 1 Discariche e incubo ecomafia, Libera chiede risposte. Attese da anni anche per l’omicidio di don Cesare
- 2 E’ nato il presidio “Libera Sud Pontino”, intitolato alla memoria di don Cesare Boschin
- 3 Contromafie 2014 – Intervento di apertura di Don Luigi Ciotti
- 4 Don Luigi Ciotti denuncia l’attività delle ecomafie sul territorio pontino
- 5 DON LUIGI CIOTTI CI SOSTIENE NELLA RICERCA DELLA VERITA’ SULLA TRAGICA FINE DI DON CESARE
- 6 LE ASSOCIAZIONI LIBERA E LEGAMBIENTE AL FIANCO DELLA POPOLAZIONE MINACCIATA DAL DEGRADO AMBIENTALE GENERATO DALLA DISCARICA DI BORGO MONTELLO
- 7 Libera ci sostiene
Discariche e incubo ecomafia, Libera chiede risposte. Attese da anni anche per l’omicidio di don Cesare
8 SETTEMBRE 2019
“Continuano, in tutta la provincia di Latina, ed emergere crimini ambientali da situazioni assai ambigue e per questo ulteriormente pericolose, che peraltro espongono la popolazione locale a conseguenze che potrebbero diventare gravi”. Lo scrive in una nota il presidio di Libera Sud Pontino. Un coordinamento intitolato a don Cesare Boschin, il prete anti-camorra ucciso in circostanze misteriose a Borgo Montello, e che nell’occasione è intervenuto per riportare all’attenzione pubblica diverse situazioni ambientali considerate da bollino rosso. E con esse i pericoli derivanti dalle azioni della criminalità organizzata attiva nel ciclo dei rifiuti. La stessa criminalità organizzata che, si è sempre sospettato, è alla base dell’omicidio irrisolto di don Cesare.
“In questo caso il crimine ambientale è stato scoperto a Itri dove, su ordine della Procura di Cassino, è stato sequestrato un terreno in località Calabretto utilizzato come discarica abusiva. Si tratta di un terreno di circa mille quadrati che nel corso della sua attività ha prodotto miasmi, fumi e probabilmente infiltrazioni nel terreno che hanno colpito l’ambiente e molti cittadini che hanno sofferto per la crudeltà e sete di denaro di alcuni. Nella discarica, di cui auspichiamo presto la Procura riesca a risalire in primis ai proprietari riconoscendo a questi le loro precise responsabilità attribuendo, nel caso, a loro i costi legati alla necessaria bonifica, sono stati trovati scarti edili e guaine di asfalto, oltre che materiale di scarto vario. Costi che non possono essere sopportati dai cittadini ma che devono derivare dall’azione di rivalsa su tutti i principali responsabili di questo crimine ambientale.
I rifiuti gettati nel terreno sono rifiuti speciali che aziende e imprese, forse locali, dovrebbero smaltire rivolgendosi ad altre aziende specializzate e pagando i relativi costi. Queste invece trovano più conveniente versare il loro carico di rifiuti inquinanti in discariche abusive, molto spesso accordandosi coi proprietari dei fondi interessati. È così che sono nate le ecomafie e nello specifico il ciclo illegale dei rifiuti. Ed è così che sono stati avvelenati territori di straordinaria bellezza come la cosiddetta Terra dei fuochi e molte altre aree del Nord.
Sotto questo aspetto è utile ricordare che, secondo il rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente, il Lazio, con 2.062 infrazioni appurate, rimane stabilmente quella con il numero più alto di illeciti ambientali, il 7,7% sul totale nazionale, dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Il ciclo illegale dei rifiuti continua a segnare il maggior numero di reati nel Lazio: 545 infrazioni accertate, 704 denunce, 15 arresti e 242 sequestri. La provincia di Latina si posiziona al 10° posto assoluto, con 113 infrazioni accertate, 120 denunce e 65 sequestri, posizionandosi, insieme a quella di Roma, tra i primi dieci posti della classifica provinciale sul ciclo illegale dei rifiuti.
Oltre alla discarica di Itri continuiamo a chiedere chiarezza definitiva sulle numerose discariche rinvenute ad esempio nel Comune di Pontinia e infine sull’annosa questione della discarica di borgo Montello, nel cui ventre probabilmente riposano e inquinano rifiuti altamente tossici provenienti da tutta Italia, Nord in primis, e dall’Europa. Rifiuti gestiti anche dalle mafie e che hanno corrotto il sistema democratico del territorio nonché portato alla morte, per omicidio per essersi opposto per primo e con grande coraggio al ciclo illegale e mafioso di rifiuti, di don Cesare Boschin, di cui attendiamo di conoscere ancora i nomi dei mandanti e dell’omicida”.
E’ nato il presidio “Libera Sud Pontino”, intitolato alla memoria di don Cesare Boschin
09/07/2018
Si è ufficialmente costituito, nella giornata di sabato 7 luglio 2018, il Presidio Sud Pontino di Libera, intitolato alla memoria di don Cesare Boschin. Il Presidio nasce dal desiderio comune di singoli cittadini, gruppi, movimenti, associazioni, imprese sociali e scuole, appartenenti ad un territorio di grande risorse naturalistiche, storiche e culturali, ma in sofferenza perché colpito dalle organizzazioni criminali e a rischio di arretramento sociale, economico e culturale. Un desiderio condiviso da numerosi cittadini di impegnarsi concretamente nella costruzione di un “NOI” a servizio del proprio territorio.
Attivo già da un paio di anni nel territorio del sud pontino il Presidio, ora ufficialmente nato, va ad aggiungersi alla numerosa serie di Presidi presenti in tutta Italia, affiliati all’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti. Proprio il fondatore e presidente di Libera, nonostante i suoi innumerevoli impegni, ha voluto presenziare all’assemblea di nascita del gruppo pontino, indossando la maglietta rossa, simbolo della campagna da lui promossa per fermare l’emorragia di umanità.
Così, nella sede del nuovo Presidio, presso il Monastero di San Magno in Fondi, dopo l’apertura dell’assemblea, si è passati a leggere il Patto di Presidio, un documento stilato dagli stessi volontari in cui vi sono specificati i contesti, le motivazioni, gli obiettivi ed ovviamente il perché della dedica a don Cesare Boschin, sacerdote ucciso in circostanze ancora oggi misteriose a Borgo Montello, frazione di Latina, il 29 marzo 1995 perché si oppose ai traffici illeciti di rifiuti tossici smaltiti in discariche clandestine. Un ricordo doveroso per la figura di don Cesare Boschin, affinché il suo nome e la sua dignità, spesso infangati con falsità e depistaggi, diventino sinonimi di Testimonianza e Impegno.
Dopo un breve saluto del Vescovo della Diocesi di Gaeta, Mons. Luigi Vari che non ha voluto far mancare il proprio sostegno, si è provveduto ad eleggere come Referente del Presidio intercomunale per i prossimi 3 anni don Francesco Fiorillo, sacerdote sempre in prima linea nella difesa dei diritti e nella promozione della legalità, da sempre sostenitore e socio di Libera. “Ho sempre pensato che l’avverbio più importante nell’amore non è sempre e neanche mai. L’avverbio più importante nell’amore è ancora. Allora oggi la parola che più mi sta a cuore, anche per il nostro piccolo gruppo che spero diventerà sempre più grande, è ancora. Ancora continuiamo a stare dalla parte della bellezza, ancora continuiamo a stare dalla parte dei deboli, delle vittime, degli ultimi, di chi non ha voce”: queste le parole del primo Referente del nuovo Presidio.
Infine ha voluto dimostrare tutta la sua vicinanza e il suo apprezzamento don Luigi Ciotti, salutando con le sue parole, la sua carica, la sua forza, gli intervenuti: “se le mafie sono forti è perché noi siamo stati troppo deboli. Dobbiamo provare disgusto per quanto sta avvenendo”. Poi un passaggio sulla maglietta rossa, indossata da quasi tutta la platea: “sento il bisogno anch’io di mettermi nei panni degli altri. Quella maglietta rossa ci ricorda esattamente questo: ci mettiamo nei panni di quei bambini e di quelle mamme. Dobbiamo metterci nei panni anche dei bambini di questo paese. L’ISTAT ci ha detto che 1.200.000 bambini in Italia vivono la povertà assoluta. La maglietta rossa ci ricorda i bambini, ma non solo i bambini, i poveri, gli ultimi, quelli che fanno fatica”. In ultimo, un passaggio sulle parole di don Francesco Fiorillo, sul termine “ancòra” che cambiando l’accento può diventare “àncora”. Così il Monastero di San Magno, sede del presidio e spazio di bellezza e libertà, può trasformarsi in un’àncora per il nostro territorio.
L’associazione Libera è, dunque, presente anche sul nostro territorio, con le idee chiare, con la volontà di impegnarsi affinché all’omertà si contrapponga la responsabilità civile, alla corruzione il bene comune, alla sopraffazione e allo sfruttamento l’equità sociale. La volontà di preparare il terreno, tracciare solchi di Verità e Giustizia, coltivare semi di Speranza affinché ogni giorno sorga il Bello.
Contromafie 2014 – Intervento di apertura di Don Luigi Ciotti
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